Guardi le foto e lo capisci subito: fotografie e marmo sono la stessa cosa: stessa intensità, stesso taglio, stessa attenzione e impegno. In totale coerenza linguistica Antonella Pizzamiglio si è confrontata con il marmo e con le cave di marmo di Massa e ha realizzato queste fotografie, tanto espressive che non riesci a immaginarne altre.
L'obiettivo aderisce perfettamente all'oggetto fotografato, parla la stessa lingua, animato dagli stessi valori: le fotografie testimoniano, con il loro carattere specifico, la bellezza e la straordinaria complessità della pietra, proprio perché possiedono anch'esse un'equivalente struttura compositiva e un'uguale determinatezza luminosa.
Le composizioni di Pizzamiglio, infatti, costituite di multiformi prospettive e di scorci profondi, hanno la pregnanza dei paesaggi creati dal marmo, evocano la forza e la potenza delle macchine, individuano la precisione e il nitore dei dettagli.
Dove la luce si riflette e scivola via dalla pietra e dal particolare, la foto disegna uno spazio simbolico, ed esalta quello reale.
Si tratta infatti di una materia/oggetto che ha secoli di storia, affrontata da uomini con secoli di esperienza, spesso aiutati da macchine potenti, talvolta esaltati dalla fede, sempre animati dalla fiducia e dalla speranza di esprimere l'humanitas che ci forma e ci distingue. Antonella e la sua macchina entrano a guardare, e l'occhio che guarda, lo sappiamo, sceglie e mette in evidenza, ma anche trasforma, dilata ed accentra, insomma trasfigura.
Nella lotta tra l'uomo e la materia, non certo però tra due forze che si contrappongono per distruggersi in quanto entrambe dentro la natura, l'apparecchio fotografico è lo sguardo dell'intelligenza intento alla ricerca delle tracce del lavoro storico ed estetico fatto dall'uomo, dentro la materia. Restano così solidissime le immagini dei bianchi splendenti, dei neri e dei grigi intensi, gli orizzonti e le vertigini, i segni della forza e delle mani, la misura delle cose e dell'uomo.
Il bello è quello che resta.
Brenda Bacigalupo, luglio 2012